News: A 16 ANNI DALLA STRAGE DI CAPACI
(Categoria: STORIA/CULTURA)
Inviato da ferocibus70
sabato 24 maggio 2008 - 13:22:37

falcoborse_memoria.jpgSe Falcone e Borsellino vedessero Dell' Utri e Cuffaro in parlamento credo che piangerebbero dal dolore e dalla rabbia. Quelle presenze sono il segno dell'ingratitudine profonda del paese.
Non ci sarà mai un vero riscatto !!


  Cala il silenzio davanti all'«albero Falcone» in via Notarbartolo a Palermo, davanti al palazzo in cui abitava il giudice Giovanni Falcone: alle 17.58, ora in cui 16 anni fa esplose il tritolo della mafia che uccise il magistrato, la moglie e tre agenti di scorta. Le voci di migliaia di giovani giunti in corteo hanno taciuto per un momento «di riflessione», come ha detto Maria Falcone, sorella di Giovanni. Anche Jovanotti dal palco ricorda il giudice con emozione. Il cantante ha infatti voluto ricordare la strage di Capaci con una sua riflessione scritta subito dopo la notizia della strage. Una vera e propria invettiva contro Cosa Nostra, con un «vaff.. ai mafiosi», mentre sul megaschermo del palco veniva proiettata l'immagine divenuta ormai famosa di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sorridenti.

Molti i palermitani affacciati ai balconi per salutare i giovani che venerdì mattina sono scesi in corteo sul molo guidati dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, innalzando striscioni contro la mafia. Quello dell'Istituto Commerciale Marconi di Militello recitava: «Tutte le guerre ko, guerra alla mafia ok». O quello dell'Istituto Capuano di Casteldaccia su cui si leggeva «distruggiamo la mafia per costruire insieme il nostro futuro».

«Vedervi qui, in tanti, è una grande gioia e dimostra che, contrariamente a quanto si ritiene, i giovani italiani hanno valori forti». Con queste parole piene di speranza Maria Falcone ha accompagnato il corteo fino all’albergo Falcone. L'attuale procuratore antimafia di Palermo, Pietro Grasso, invece fa un appello al mondo dell’istruzione: «Oggi il futuro è rappresentato dalle giovani generazioni. Il mondo della scuola è quello che formerà le classi dirigenti di domani ed è dalla scuola che dobbiamo alimentare la nostra speranza di un domani senza mafie».

Un messaggio a Maria Falcone, inviato dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, recita: «Le immagini della strage restano incancellabili nella memoria degli italiani e rinnovano l'angoscia e l'allarme di quel giorno, in cui la mafia colpì un magistrato di eccezionale talento e coraggio, che aveva saputo contrastarla anche individuando nuovi e più efficaci strumenti in grado di combatterla». Napolitano ricorda che «con quell'attentato e con gli altri che ad esso seguirono, la mafia portò un terribile attacco alle istituzioni repubblicane. Lo Stato seppe però reagire adeguatamente. La battaglia e l'esempio di Giovanni Falcone innescarono nel Paese una reazione ferma e diffusa. All'azione della Magistratura e delle Forze dell'ordine si accompagnarono l'impegno di tutte le forze politiche e la partecipazione convinta dei cittadini».

La Strage di Capaci. Giovanni stava tornando da Roma come era solito fare nei fine settimana. Il jet di servizio partito dall'aeroporto di Ciampino intorno alle 16:45 arriva a Punta Raisi dopo un viaggio di 53 minuti. Lo attendono tre autovetture del gruppo di scorta sotto comando del capo della squadra mobile della Polizia di Stato, Arnaldo La Barbera.

Appena sceso dall'aereo, Falcone si sistema alla guida di una Croma bianca ed accanto prende posto la moglie Francesca Morvillo. Nella Croma marrone, c'è alla guida Vito Schifani, con accanto l'agente scelto Antonio Montinaro e sul retro Rocco Di Cillo, mentre nella vettura azzurra ci sono Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Al gruppo è in testa la Croma marrone, poi la Croma bianca guidata da Falcone, e in coda la Croma azzurra.

Le auto lasciano l'aeroporto imboccando l'autostrada in direzione Palermo. La situazione appare tranquilla, tanto che non vengono attivate neppure le sirene. Ma qualcuno, nell'ombra, ha già tramato. Sa dell'arrivo del giudice. Su una strada parallela, una macchina si affianca agli spostamenti delle tre Croma blindate, per darne segnalazione ai killer in agguato sulle alture sovrastanti il litorale; sono gli ultimi secondi prima della strage.

falcone-borsellino2.jpg Otto minuti dopo, alle ore 17:58, presso il Km.5 della A29, una carica di cinque quintali di tritolo posizionata in un tunnel scavato sotto la sede stradale nei pressi dello svincolo di Capaci-Isola delle Femmine viene azionata per telecomando da Giovanni Brusca, il sicario incaricato da Totò Riina.

La deflagrazione provoca un'esplosione immane ed una voragine enorme sulla strada. Giovanni Falcone muore alle 19:05 del 23 Maggio del 1992. Si consuma così il più eclatante attacco che Cosa Nostra abbia mai sferrato ai danni dello Stato
da L'Unità



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