L'articolo sotto dimostra due cose. Le responsabilità dei cumuli di immondizia non sono da attribuire ai napoletani che sono incivili e gettano l'immondizia dappertutto. Ma ad un sistema che faceva comodo a tanti e di cui i primi beneficiari erano i nordici che hanno lanciato accuse razziste. Giorgio Bocca in testa |
In secondo luogo che la presenza della Camorra nella gestione dei rifiuti è ancora massiccia, se non assoluta, per cui l'emergenza non è affatto finita come blatera il cavaliere mascarato. giuseppe galluccio 19/7/08 _______________________________________________________ ########################################### Irene de Arcangelis, La Repubblica del 19/7/08 Il procuratore di Napoli: "Al Nord si fanno maestri e poi... Da mettersi le mani ai capelli". Sostanze tossiche provenienti da centrali Enel e da una nota casa farmaceutica NAPOLI - Otto discariche sequestrate dall´Antimafia tra Napoli e Caserta. È la prova dell´indissolubile legame tra la camorra dei Casalesi e le aziende del Centro e del Nord Italia. Maglia nera dello smaltimento illecito alla Toscana, seguono Lombardia, Trentino, Liguria. È anche l´inizio di una inchiesta che porta a irreprensibili imprenditori fisicamente lontani dalla devastata provincia casertana, ma che hanno fortemente contribuito, per proprio interesse, a riempire i portafogli di cosche come quella del boss ergastolano Francesco Bidognetti. Insomma: la camorra campana è la prima colpevole nell´affaire rifiuti, ma i suoi complici e conniventi sono insospettabili delle cosiddette regioni virtuose. Che spedivano al Sud di tutto: anche rifiuti cimiteriali. Dice il procuratore della Repubblica di Napoli, Giandomenico Lepore: «Al Nord si fanno maestri e poi... C´è da mettersi le mani nei capelli». Il sequestro di ieri promette di essere solo il prologo di un´opera complessa, che coinvolgerà imprese e funzionari pubblici, istituzioni locali, politici. Per ora è stato eseguito il decreto. Sequestro probatorio, sottolinea il procuratore aggiunto dell´Antimafia Franco Roberti, per poter «congelare le prove, fare gli accertamenti necessari per provare i delitti contestati, acclarare con precisione la tossicità. In tal modo usare i patrimoni confiscati proprio per la bonifica dei territori». Con i sigilli di ieri un elenco di diciassette indagati. Le accuse: associazione per delinquere e disastro ambientale. Sui terreni un tempo coltivati ad alberi di pesche e ciliegie non cresce più un filo d´erba. Spicca nell´elenco delle persone sotto inchiesta il nucleo familiare degli imprenditori Vassallo. Nove fratelli e una sorella. È uno di loro, Gaetano, che da pentito ha consentito all´Antimafia di ricostruire il circuito di un affare che ha messo nelle tasche dei Casalesi circa diciassette milioni di euro. Cifre incalcolabili o quasi. Se si pensa che i conti della Finanza su una sola delle otto discariche abusive sequestrate arriva a un totale di un miliardo e 370 mila chili di rifiuti sversati in quattro anni. Il 25 per cento è tossico. Racconta Gaetano Vassallo ai magistrati: «Nel periodo estivo i percolati e il liquido caseario senza alcun trattamento venivano utilizzati per innaffiare i piazzali delle discariche aridi e secchi. I fanghi e il percolato altamente tossico e nocivo venivano usati anche senza alcun trattamento per l´irrigazione e la concimazione dei campi di coltivazione di ortaggi e frutta. I rifiuti liquidi erano talmente inquinanti che quando venivano sversati producevano la morte immediata di tutti i ratti. C´erano rifiuti liquidi di una certa ditta che arrivavano in cisterne speciali inox anticorrosive. Quei rifiuti sversati friggevano e scioglievano la plastica. E poi c´era un´impresa che trasportava fanghi tossici e cenere dalle centrali dell´Enel, e le ceneri spente della centrale termoelettrica di Brindisi. Portava i rifiuti anche una nota azienda farmaceutica. Il suo responsabile era ben a conoscenza che i rifiuti erano smaltiti illegalmente. L´azienda attestava che il materiale conferito era idoneo alla produzione dei legumi: posso dire che non era vero, perché sulla terra su cui veniva smaltito il rifiuto non ho mai visto nascere frutta o ortaggi». L´imprenditore fa un elenco completo delle ditte del Nord e del centro che - oltre a numerosi Comuni collusi del Sud - sversavano nelle discariche dei Casalesi. Come nei film "Biutiful cauntry" e "Gomorra". Pagavano le ditte dello smaltimento con false fatturazioni per un importo superiore a quello reale. Per attestare la legalità della pratica, per scaricare un costo maggiorato d´impresa. La differenza nel guadagno illecito? Fondi neri per le tangenti. |