Vi chiederete perchè ripresento quest' intervista tanto vecchia. Perchè c'è, secondo me, una sorta di filo che lega quest'intervista e le vicende successive. Per onestà intellettuale devo fare una debita premessa. Io sono convinto che Berlusconi non sia semplicemente il rappresentante della tipica destra italiana, venata di fascismo, lontano dal liberalismo o dal conservatorismo europeo. In verità lui non ha niente a che fare con le canoniche classificazioni della politica. Lui è il rappresentante di quel potere affaristico mafioso, legato alla P2 e alle trame dei servizi deviati, che ha sempre governato questo paese con la mediazione della DC, o per meglio dire, di una parte di essa. Quando la DC viene meno, perchè con la caduta del muro viene meno la sua funzione storica di baluardo anticomunista, in nome del quale si consenti la strategia della tensione, le stragi, la P2, Gladio e tutto il resto. Cade il muro, la DC viene travolta perchè probabilmente saltano le protezioni che le avevano permesso di fare quello che le pareva. Tangentopoli non sarebbe arrivata se la Dc avesse ancora goduto della protezione degli americani che la ritenevano indispensabile, almeno finchè c'era l'URSS. Quel grumo di potere menzionato che ruota sempre intorno alla P2, non ha più la copertura politica, cosi i "komunisti " potranno andare al governo se non ci si inventa qualcosa. Et voilà esce fuori dal cilindro il "giovane muratore" che nel frattempo ha fatto carriera. Che sia un elemento affidabile lo dimostra la sua tessera P2 n° 1816. Gli danno l'incarico di formare un partito, gli garantiscono appoggio, Dell'Utri fa da garante con il mondo siciliano e quella massoneria che è sempre stata il punto di convergenza, degli interessi mafiosi e di una parte delle istituzioni (quella peggiore !) . E' in questo tempo che viene fondata FI da Marcello dell'Utri. Anche se la data viene posto in un momento successivo, l'idea, l'embrione nasce allora, come risulta da diverse testimonianze che è facile recuperare anche sulla rete. Insomma serve un partito che riempia il vuoto lasciato dalla DC e dal pentapartito. Ma c'è il rischio che quel rompicoglioni di Borsellino abbia annusato l'operazione che si sta mettendo su. Chiedetevi come mai con la sovraesposizione che la mafia aveva avuto per l'omicidio Falcone, con la reazione popolare e dello stato stavolta davvero ferma, abbia avuto la forza di compiere un'altra strage. Non è nel modus operandi di quell'organizzazione, che non ha mai sfidato a viso aperto lo Stato, sapendo che in una vera lotta sarebbe destinata a soccombere. Inoltre la mafia è un perfetto parassita, obbligato, non poterebbe vivere senza il placet della politica, che gli lascia mano libera nel traffico di droga, nelle estorsioni ed in più la ingrassa con i lavori pubblici. Insomma era troppo rischioso, forse anche inutile dopo la strage di capaci, alzare ancora il livello di scontro. ....a meno che ....! A meno che non avessero avuto garanzie e che la posta in ballo fosse cosi alta da giustificare qualunque rischio. E perchè la mafia sposa la strategia del terrore con vari attentati (via Fauro, via dei Georgofili, piazza del Laterano, via del Velabro..) dal maggio al luglio del '93 ma poi improvvisamente tutto finisce? Che cosa è successo? Chi è intervenuto e quali accordi sono stati fatti per fermare le bombe? Ma vi sete chiesti che fine ha fatto la mafia ? Come mai non se ne sente più parlare, non spara più, non mette bombe ...insomma sembra scomparsa? Qualcuno ritiene per questo che sia sta sconfitta o sia davvero scomparsa? O più probabilmente è ritornata al sommerso, nell'ombra, come le è naturale, per continuare a fare i propri lucrosissimi affari? Dopo un periodo di sovraesposizione, si rifanno i patti con la politica, e si torna a lavorare nell'ombra, in una sorta di convivenza pacifica. Ed è quel nuovo patto che non può, non deve venire fuori. Forse Borsellino l'aveva scoperto, ci era arrivato. Se fosse uscito prima delle elezioni un fatto del genere, FI manco si sarebbe potuta presentare...dopo vabbeh, chissenefrega. Ma allora era essenziale mantenere il tutto coperto. Del resto chi ha detto che con la mafia bisogna convivere? Lunardi, ministro delll'attuale governo. In un paese normale quell' affermazione avrebbe costretto il caro costruttore alle dimissioni e alla pubblica gogna, da noi ha fatto l'effetto di una battuta! Quali sono i metodi di questo governo se non quelli di Dell'Utri che corrompe i testimoni ed assume un notorio spacciatore di droga ooops .. di cavalli? Quali i metodi se non quelli di Previti che porta la corruzione ai massimi sistemi ? Che ci farebbero da quelle parti uomini come Giudice, D'Ali, Sodano e compagnia bella? E Cuffaro, Miccichè? Per non parlare di servi fedeli come Lino Iannuzzi che sparava bordate già contro Falcone. Ferrara idem. Insomma tutti quelli che hanno combattuto contro Falcone e Borsellino, quei garantisti pelosi che approvavano le sentenze di Carnevale che mandava assolti , di cavillo in cavillo, fior di criminali, sono stati tutti arruolati in FI. Sarà un caso ? Siamo ritornati agli anni cinquanta, quando la mafia " non esisteva ". Beh sono stato un po' lungo, ma penso, spero, di aver chiarito qual'è il mio modo di vedere la cosa. Per cui se trovate questo ragionamento completamente sballato è inutile che andate avanti, arrivederci e sperate che non tocchi mai a voi ! giuseppe galluccio giugno 04 Intervista al magistrato Paolo Borsellino, rilasciata due giorni prima della strage di Capaci. Era il 21 Maggio del 1992, e le dichiarazioni del magistrato palermitano fanno riferimento a rapporti tra Cosa Nostra e imprenditori del Nord Italia, fondati sul riciclaggio di denaro sporco. La novità è che Borsellino parla di un'inchiesta aperta a Palermo su Berlusconi, Dell'Utri, Mangano fin dal 1992, inchiesta della quale, oggi, non si sa più nulla. Borsellino Sì, Vittorio Mangano l'ho conosciuto anche in periodo antecedente al maxi-processo e precisamente negli anni fra il 1975 e il 1980, e ricordo di aver istruito un procedimento che riguardava delle estorsioni fatte a carico di talune cliniche private palermitane. Vittorio Mangano fu indicato sia da Buscetta che da Contorno come "uomo d'onore" appartenente a Cosa Nostra. Giornalista "Uomo d'onore " di che famiglia? Borsellino L'uomo d'onore della famiglia di Pippo Calò, cioè di quel personaggio capo della famiglia di Porta Nuova, famiglia della quale originariamente faceva parte lo stesso Buscetta. Si accertò che Vittorio Mangano, ma questo già risultava dal procedimento precedente che avevo istruito io e risultava altresì da un procedimento cosiddetto procedimento Spatola, che Falcone aveva istruito negli anni immediatamente precdenti al maxi-processo, che Vittorio Mangano risiedeva abitulamente a Milano, città da dove come risultò da numerose intercettazioni telefoniche, costituiva un terminale del traffico di droga, di traffici di droga che conducevano le famiglie palermitane. Giornalista E questo Mangano Vittorio faceva traffico di droga a Milano? Borsellino Vittorio Mangano, se ci vogliamo limitare a quelle che furono le emergenze probatorie più importanti risulta l'interlocutore di una telefonata intercorsa fra Milano e Palermo, nel corso della quale lui, conversando con un altro personaggio mafioso delle famiglie palermitane, preannuncia o tratta l'arrivo di una partita di eroina chiamata alternativamente secondo il linguaggio convenzionale che si usa nelle intercettazioni telefoniche come magliette o cavalli. Giornalista Comunque lei in quanto esperto, può dire che quando Mangano parla di cavalli al telefono, vuol dire droga. Borsellino Si, tra l'altro questa tesi dei cavalli che vogliono dire droga, è una tesi che fu avanzata alla nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta al dibattimento, tanto è che Mangano fu condannato al dibattimento del maxi processo per traffico di droga. Giornalista Dell'Utri non c'entra in questa storia? Borsellino Del 'Utri non è stato imputato del maxi processo per quanto io ne ricordi, so che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano. Giornalista A Palermo? Borsellino Si, credo che ci sia un'indagine che attualmente è a Palermo con il vecchio rito processuale nelle mani del giudice istruttore, ma non ne conosco i particolari. Giornalista Marcello Del'Utri o Alberto Del'Utri? Borsellino Non ne conosco i particolari, potrei consultare avendo preso qualche appunto, cioè si parla di Del'Utri Marcello e Alberto, di entrambi. Giornalista I fratelli Borsellino Sì. Giornalista Quelli della Publitalia. Borsellino Sì. Giornalista Perchè c'è nell'inchiesta della San Valentino, un'intercettazione fra lui e Marcello Del'Utri in cui si parla di cavalli. Borsellino Beh, nella conversazione inserita nel maxi-processo, si parla di cavalli da consegnare in albergo, quindi non credo potesse trattarsi effettivamente di cavalli, se qualcuno mi deve recapitare due cavalli, me li recapita all'ippodromo o comunque al maneggio, non certamente dentro l'albergo. Giornalista C'è un socio di Marcello Del'Utri, tale Filippo Rapisarda che dice che questo Dell'Utri gli è stato presentato da uno della famiglia di Stefano Bontade. Borsellino Palermo è la città della Sicilia dove le famiglie mafiose erano più numerose, si è parlato addirittura in un certo periodo almeno di duemila uomini d'onore con famiglie numerosissime, la famiglia di Stefano Bontade sembra che in un certo periodo ne contasse almeno 200, si trattava comunque di famiglie appartenenti ad una unica organizzazione, cioè Cosa Nostra, i cui membri in gran parte si conoscevano tutti, e quindi è presumibile che questo Rapisarda riferisca una circostanza vera. Giornalista Lei di Rapisarda ne ha sentito parlare? Borsellino So dell'esistenza di Rapisarda, ma non me ne sono mai occupato pesonalmente. Giornalista Perchè a quanto pare, Rapisarda, Del'Utri, erano in affari con Ciancimino, tramite un tale Alamia. Borsellino Che Alamia fosse in affari con Ciancimino è una circostanza da me conosciuta e che credo risulti anche da qualche processo che si è già celebrato. Per quanto riguarda Rapisarda e Dell'Utri, non so fornirle particolari indicazioni, trattandosi ripeto sempre di indagini di cui non mi sono occupato personalmente. Giornalista Non le sembra strano che certi personaggi, grossi industriali come Berlusconi, Dell'Utri, siano collegati a uomini d'onore tipo Vittorio Mangano? Borsellino All'inizio degli anni Settanta, Cosa Nostra cominciò a diventare un'impresa anch'essa, un'impresa nel senso che attraverso l'inserimento sempre più notevole, che ad un certo punto diventò addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti , Cosa Nostra cominciò a gestire una massa enorme di capitali, una massa enorme di capitali, dei quali naturalmente cercò lo sbocco, cercò lo sbocco perchè questi capitali in parte venivano esportati o depositati all'estero e allora cosìsi spiega la vicinanza tra elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali. Giornalista Lei mi dice che è normale che Cosa Nostra si interessa a Berlusconi? Borsellino E' normale che chi è titolare di grosse quantità di denaro cerchi gli strumenti per poter impiegare questo denaro, sia dal punto di vista del riciclaggio, sia dal punto di vista di far fruttare questo denaro. Giornalista Mangano era un pesce pilota? Borsellino Sì, guardi le posso dire che era uno di quei personaggi che ecco erano i ponti, le teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord-Italia. Giornalista Si dice che ha lavorato per Berlusconi ? Borsellino Non le saprei dire in proposito o anche se le debbo far presente che come magistrato ho una certa ritrosia a dire le cose di cui non sono certo, so che ci sono addirittura ancora delle indagini in corso in proposito, per le quali non conosco quale atti sono ormai conosciuti, ostensibili e quali debbono rimanere segreti, questa vicenda che riguarderebbe i suoi rapporti con Berlusconi, è una vicenda che la ricordi o non la ricordi, comunque è una vicenda che non mi appartiene, non sono io il Magistrato che se ne occupa quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla. Giornalista C'è un'inchiesta ancora aperta? Borsellino So che c'è un'inchiesta ancora aperta. Giornalista Su Mangano e Berlusconi a Palermo? Borsellino Sì. L'intervista la potete ascoltare anche QUI |