News: MA CHE ROBA E' L'IDV ??
(Categoria: POLITICA)
Inviato da ferocibus70
martedì 12 gennaio 2010 - 20:35:09

 
Paladini de che??
La diaspora. Le porte sbattute in faccia. Le defenestrazioni per chi osa dissentire. E un familismo dilagante, cui si accompagna l'occupazione spinta delle cariche amministrative nelle istituzioni. Ecco il volto truce di Italia dei Valori, con tutta la geografia completa, in questo nuovo, impietoso dossier.


  
di-pietro_pierino.jpgUno spettro s'aggira per l'Italia dei Valori. La ribellione. Nata nei circoli dell'IdV, si sta diffondendo sulla Rete, alimentata dalle cronache delle espulsioni e sospensioni che i vari colonnelli dipietristi infliggono a chiunque metta in discussione la gestione autoritaria e affaristica del partito. I ribelli si sono gia' dati un coordinamento nazionale, che cerchera' di organizzare la protesta in vista dei congressi provinciali di dicembre e di quello nazionale di febbraio.
A sollevarsi non sono colonnelli delusi da mancate candidature, o gerarchetti di provincia detronizzati dal capriccioso e volubile Di Pietro, ma giovani che hanno scelto l'Idv perche' attratti dal mito di un partito di duri e puri e che invece hanno poi scoperto essere simile a tutti gli altri, forse anche peggio. Sono militanti che non vogliono controllare pacchetti di voti e tessere fasulle o sistemare figli, mogli e amanti, ma che contestano un partito ormai pieno di gente che fa politica alla ricerca di poltrone e indennita', proprio per piazzare mogli, figli e amanti. Un partito che poi riesce a ricrearsi una falsa verginita' grazie ai salotti tv dove il personaggio Antonio Di Pietro va a recitare la fortunata parte del politico antisistema.
Ormai pero' questa truffa mediatica e' stata svelata e la scaltra doppiezza di Tonino, un cuore mastelliano ricoperto da una ingannevole coltre movimentista, e' diventata il bersaglio polemico dei rivoltosi, i quali hanno anche capito che le promesse di rinnovamento profuse dopo l'inchiesta di Micromega saranno da lui puntualmente disattese.
Per rendersene conto basta scorazzare per l'Idv lungo la penisola. A Roma, ad esempio, il partito di Di Pietro fa la voce grossa contro le leggi ad personam del Cavaliere. Ma contemporaneamente a Campobasso il consigliere regionale IdV, Nicandro Ottaviano, propone e fa approvare una sanatoria regionale per le abitazioni costruite su terreni agricoli utilizzando il piano casa di Berlusconi. Ottaviano e' proprietario di una villa costruita a Venafro proprio su un terreno agricolo, non registrata al catasto, per la quale non paga tasse ne' al comune ne' allo stato. Sempre in Molise, l'IdV ha perso oltre 30 tra i suoi uomini migliori (se ne sono andati il senatore Giuseppe Astore e il consigliere regionale Massimo Romano) per far posto a cinque fuoriusciti del Pdl, due dei quali provengono da Forza Italia. Il tutto per garantire a Cristiano Di Pietro una candidatura tranquilla alle regionali senza il suo nemico Astore tra i piedi.

CRAXIANI PORTE APERTE
Se l'IdV a Roma sbraita contro la privatizzazione delle acque voluta dal Governo, a Genova il ras Giovanni Paladini si schiera per la privatizzazione dei servizi idrici attraverso la fusione di Iride ed Enia. E intanto nella capitale Stefano Pedica fa nominare il capo della sua segreteria politica Salvatore Doddi, (un ex del Nuovo Psi di Gianni De Michelis), vicepresidente dell'Acea Ato2. L'Acea, come e' noto, con le privatizzazioni dei servizi idrici fara' affaroni. D'altra parte Pedica a Roma ha imbarcato una nidiata di ex craxiani ed ex Forza Italia. Su tutti Oscar Tortosa, vice coordinatore regionale del Lazio, ex assessore della giunta Carraro condannato in primo grado per un giro di tangenti all'Acea, poi prosciolto, protagonista nel 2006 di una contestata operazione edilizia quando era presidente dell'ex Pio Asilo Savoia e ora favorevole alle multe ai lavavetri volute dal sindaco Gianni Alemanno.

DA PALADINI A PORCINO
Tornando a Paladini, nessuno meglio di lui incarna le contraddizioni dell'IdV. Leader a Genova del sindacato di destra della Polizia, ha dapprima imposto la sua ex segretaria e fidanzata Marylin Fusco come capogruppo IdV in consiglio comunale, poi l'ha piazzata nel cda della Carige, e ora la ricandidera' anche alle prossime regionali, puntando a farla diventare addirittura vicepresidente della Regione. Ricco proprietario di cave, Paladini andava al lavoro in Questura con una fiammante Porsche e in privato si vanta di essere amico di Pier Silvio Berlusconi. Potrebbe essere vero perche' la sua Marilyn, la cui aspirazione e' fare un film come regista, avrebbe gia' cominciato le riprese della sua opera a Genova con una troupe di Mediaset. Non a caso, fu proprio la Fusco a dichiarare che Silvio Berlusconi e' un perseguitato dalla magistratura.
Tanto per non smentirsi Paladini, dopo aver collocato presidente di “Sviluppo Genova” il suo amico Pierluigi Porazza, ha gia' pattuito con il sindaco di Genova un posto per un suo uomo nel cda di Iridenia. Paladini inoltre ha come autista tale Giuseppe Contino, iscritto IdV, ex guardia carceraria, accusato di violazione degli obblighi di assistenza a moglie e figli, violenza privata e minacce. Altra pedina di Paladini e' l'assessore IdV del comune di Vezzano Ligure, Patrizia Saccone, che ha a carico una denuncia per ricettazione di un cellulare.
A favore della fusione Iridenia e, dunque, della privatizzazione dell'acqua, si e' schierato a Torino anche il deputato Gaetano Porcino, che ha appena ottenuto da Di Pietro il via libera alla candidatura alle regionali per un giovane esordiente di 21 anni: suo figlio. Ecco le facce nuove di cui parla Di Pietro. Nel partito dell'ex eroe di Mani Pulite, d'altra parte, il familismo si intreccia a privilegi e discrezionalita'. Al consigliere regionale emiliano, Paolo Nanni e' stato concesso da Di Pietro di mantenere la poltrona di consigliere provinciale, doppio incarico a tutti proibito.

MURA DI GOMMA
Intanto la commissaria regionale Silvana Mura (lo e' da 5 anni, mai votata dagli iscritti) si e' fatta rimborsare dal partito le spese di vitto e alloggio per se' e per i suoi tre assistenti, 19.200 euro in soli 9 mesi, (l'IdV emiliano riceve da Roma in tutto 20 mila euro l'anno di contributi). Un privilegio negato agli altri coordinatori regionali che si pagano le spese da soli. Quando la tesoriera regionale Paola Manzan, una commercialista regolarmente eletta da un congresso, si e' permessa di avanzare qualche critica ai rimborsi della Mura, quest'ultima l'ha immediatamente defenestrata, nominando tesoriera la sua segretaria personale, Sonia Milani.
Per capire come si comporti la Mura basti ricordare che ha ordinato alla Manzan di far sparire alcuni documenti che attestavano un errore contabile, ovvero la mancata rendicontazione del pagamento di alcune fatture relative a spese pubblicitarie dei singoli candidati, come chiede la Camera dei deputati. La Manzan si e' rifiutata di obbedire. Forse anche per questo non e' piu' tesoriera del partito. Inoltre l'onorevole ex indossatrice ha rimosso con un tratto di penna il coordinatore cittadino bolognese, Domenico Morace, perche' si e' azzardato a chiedere di partecipare agli incontri politici con il Pd, dopo essere stato delegato a farlo dal coordinamento cittadino. A Parma la Mura ha quindi fatto nominare il suo assistente, Paolo Vicchiarello, nel cda dell'universita'. A Bologna ha piazzato un altro assistente, Gianluca De Filio, nel cda della Ervet, una societa' di servizi della Regione Emilia. E sempre a Bologna Mura ha sistemato il coordinatore provinciale dell'IdV, Francesco Pagnetti, nel cda della Fondazione Banca del Monte, incarico da 8000 euro annui.
Tra le tante societa' in house della Regione Emilia c'e' anche la Nuova Quasco, specializzata in controlli su appalti e sicurezza. Il suo a.d. e', dal giugno 2008, Gabriele Rossi, pensionato Eni e coordinatore provinciale di Ravenna dell'Idv. Compenso 50.000 euro lordi l'anno. Prima del suo arrivo la societa' fatturava 3 milioni di euro l'anno. Adesso 1.

ARRIVANO I NANNI
E anche in Emilia rimbalzano sempre nuove storie di familismo. Il consigliere regionale IdV Paolo Nanni, per esempio, ha assunto come sua assistente con contratto part time a tempo determinato la moglie dell'assessore comunale Idv, Plinio Lenzi. Insieme alla signora Lenzi lavora Olimpia Nanni, figlia di Paolo, la quale, iscritta all'IdV insieme a sua madre, e' stata “comandata” dal Comune di Bologna alla Regione: nel passaggio il suo stipendio e' aumentato di 200 euro al mese. Nanni, infine, ha fatto avere un contratto anche alla nipote Chiara.
A proposito della neo tesoriera emiliana Sonia Milani, si tratta della figlia del coordinatore IdV della provincia di Varese, Alessandro Milani, autore insieme al plenipotenziario lombardo Sergio Piffari di una serie di espulsioni e sospensioni di militanti che contestavano la sua gestione familistica del partito. Milani, che nega ai dissidenti gli elenchi degli iscritti e che ha fornito tre cifre diverse a chi gli chiedeva quanto paghi d'affitto per la sede IdV, ha nominato tesoriera una ex portinaia e ha candidato alle provinciali sua moglie Wilma Borsotti, poi eletta consigliere.
Di Milani - che ha per mesi ossessionato la consigliera provinciale IdV Valentina Sessa perche' si dimettesse al fine di far subentrare il primo dei non eletti (che era lui, lo stesso Milani) - un folto gruppo di iscritti ha chiesto in un'assemblea le dimissioni, ma la loro mozione non e' stata posta in discussione. Milani ha fatto sparire gli interventi dei dissidenti dai verbali della riunione. All'indomani dell'assemblea i firmatari della mozione di sfiducia sono stati sospesi dal partito. Piffari ha fatto persino ricorso allo stratagemma di chiedere ai ribelli di rivelare i propri nomi in un documento pubblico e, una volta conosciuti, ha negato loro l'iscrizione al partito. Come premio Milani sara' candidato alle regionali insieme all'ex leghista Alessandro Ce', un altro dei prestigiosi acquisti di Di Pietro.

I "BUONI" ACQUISTI
In fatto di familismi e' da citare il caso di Viviana Fuoco. La Fuoco e' segretaria personale dell'assessore regionale laziale IdV, Vincenzo Maruccio (a sua volta assistente dell'avvocato di Di Pietro, Sergio Scicchitano), e' consigliera comunale di Acquafondata nonche' coordinatrice provinciale di Frosinone. Suo marito e' coordinatore cittadino di Acquafondata e la loro figlia e' responsabile dei giovani IdV nel Lazio.
Passiamo in Basilicata dove per le regionali l'IdV schierera' la consigliera uscente ex Udeur, Rosa Mastrosimone. In Puglia invece ad essere accolto e' stato il consigliere regionale Giacomo Olivieri, ex Forza Italia e Margherita, pronto anche lui ad essere ricandidato. E sempre sul fronte ingressi, a Benevento ha abbracciato l'IdV Nicola Lisi, assessore comunale ex Forza Italia e Ds, mentre a Napoli ha scelto Di Pietro un controverso personaggio, Stefano Buono, capogruppo in consiglio regionale dei Verdi, che ha pensato bene di aderire all'IdV senza dimettersi dalla sua carica. Qualcuno sospetta l'abbia fatto per non perdere l'indennita'. Ma lui tranquillo, precisa: serve a non tradire gli elettori, che mi hanno votato come ambientalista. Per il neodipietrista, prossimo candidato alle regionali, le appartenenze d'altra parte sono sempre state mobili, visto che ha fatto nominare al Corecom Campania Brunella Cimadomo, ex area An, poi Udeur, gia' collaboratrice di Libero.
Per qualcuno che entra c'e' qualcun altro che esce. Vedi Ciro Borriello, sindaco della giunta di centrodestra di Torre del Greco, ex Forza Italia e Udeur, ora tornato dall'Idv al Pdl. Borriello da tempo si era pronunciato pubblicamente a favore della candidatura di Nicola Cosentino a governatore campano e ciononostante l'IdV non lo aveva espulso, ne' aveva aderito alla mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata dall'opposizione di centrosinistra. In sostanza e' stato Borriello a sfiduciare l'Idv e non il contrario.
In compenso a Venafro e a Civitavecchia Italia dei Valori continua ad appoggiare giunte di centrodestra e a Sciacca Ignazio Messina continua a flirtare con il Pdl, con cui ha governato fino a pochi mesi fa. Alle comunali del giugno scorso il fedelissimo deputato dipietrista voleva schierarsi ancora con il centrodestra uscente e Angelino Alfano lo avrebbe anche accettato, se a impedire l'alleanza non fosse intervenuto Gianfranco Micciche'. Allora Messina, che per rancori personali non ne voleva sapere di appoggiare il centrosinistra, ha fatto correre l'Idv con un candidato solitario, il quale ha pero' raccolto in tutto 150 voti, lo 0,5%, subendo l'onta della vittoria dei suoi nemici del centrosinistra e il tradimento di due dei suoi tre assessori uscenti, passati con il centrodestra.

RITORNO ALLA DESTRA
Con il centrodestra sono tornati anche uomini di primo piano dell'IdV romano, tra questi il consigliere comunale Gilberto Casciani, ex Psdi, Ccd e Udeur, che ha fondato con un altro consigliere del Pdl un gruppo consiliare ispirato, ha detto, ai valori di “Dio, patria famiglia”. Sempre nella capitale e' successo che il segretario cittadino IdV, Roberto Solda', si sia accodato alla strumentale polemica di Francesco Storace contro il Museo della Shoah a Villa Torlonia, definito dall'esponente de La Destra «uno sperpero». Il segretario dell'IdV ha aggiunto che, certo, «e' giusto ricordare», ma «con oculatezza».
Intanto ad Ancona, nei giorni in cui Micromega pubblicava la sua inchiesta e Di Pietro prometteva che avrebbe fatto pulizia nel partito, il leader locale Davide Favia, ex Forza Italia e Udeur, minacciava di far cadere la giunta comunale di centrosinistra, da 100 giorni al governo, perche' il Pd non gli voleva piu' concedere la poltrona di presidente del Teatro Stabile delle Marche pattuita prima delle elezioni. Ne sono seguite settimane di convulse trattative dalle quali l'IdV e' uscito con un posto di consigliere del Cda del Teatro Stabile per Favia e con la poltrona di presidente di Anconaentrate ad un consigliere comunale IdV.

COCCOLE E CAZZIATONI
Di Pietro dice di essere l'unica opposizione ma, se lo e', lo e' soprattutto al Pd. A Bologna la Mura sta premendo per avere uomini dei cda di Hera, (in affari con Cosentino in Campania), Atc, Aeroporto Marconi e Fiera. Appena si e' sentita rispondere picche da Vasco Errani e dal sindaco Flavio Del Buono, ha chiesto le primarie di coalizione per le regionali. A Modena Di Pietro ha scelto la strada della rottura col partito di Pierluigi Bersani, chiedendo l'impossibile (il vicesindaco e due assessorati importanti) ed imbarcando tre fuoriusciti del Pd: Ubaldo Fraulini, Eugenia Rossi e Isabella N'Siala Massamba. L'obiettivo alle comunali del giugno scorso era succhiare voti al Pd per spingerlo al ballottaggio col Pdl e poi, come un novello Ghino di Tacco, “ricattarlo” con il proprio pacchetto di voti. Gli e' andata male: per 150 voti il Pd ha vinto al primo turno.
A questo punto la Mura, strigliata da Di Pietro, se l'e' presa a sua volta con la Rossi e per punirla le ha rimborsato solo una piccola parte delle ingenti spese sostenute in campagna elettorale.
Il partito in Emilia, l'onorevole tesoriera, lo governa cosi', bastone e carota. Ad un fedelissimo di Forli', ad esempio, Giancarlo Biserna, ha concesso un appannaggio di assistente parlamentare, (24.000 euro l'anno, meno i 400 euro che versa al partito ogni mese) per premiarlo della lunga e mansueta militanza. A chi le coccole a chi i cazziatoni: il consigliere comunale bolognese Salvatore Lumia, ad esempio, e' stato convocato a Roma e severamente redarguito per non aver firmato il documento contro il coordinatore dissidente, Domenico Morace. A Ravenna la coordinatrice delle donne Idv e' stata rimossa non appena ha chiesto piu' trasparenza. A Rimini Karen Visani, eletta in consiglio comunale a 23 anni, ha dovuto lasciare il partito dopo aver subito pressioni insopportabili (anche telefonate anonime) perche' rinunciasse a fare l'assessore lasciando il posto, tra i tanti nomi fatti, alla figlia del consigliere regionale Nanni.
Di fronte a questo spettacolo, gli europarlamentari Luigi De Magistris e Sonia Alfano, riferimenti morali della rivolta, anziche' rompere, rinnovano il proprio appoggio a Di Pietro. A rompere sono stati invece i parlamentari centristi Pino Pisicchio, Aurelio Misiti, Peppino Astore e Giacinto Russo. Temevano una deriva “girotondina”. Una paura infondata perche' Di Pietro si guardera' bene dal correggere la rotta scelta da tempo: radicale a parole, democristiano nei fatti. Se l'Idv resta in piedi e' perche' non sa da che parte cadere.

di g. sansevereo da la voce delle voci
 

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