News: LA STRAGE DI BOLOGNA E LA P2
(Categoria: MEMORIA)
Inviato da ferocibus70
sabato 31 luglio 2010 - 13:09:27

 
LA STRAGE DI BOLOGNA I 'NERI' ALLA SBARRA E LA P2 NELL' OMBRA
Repubblica — 25 ottobre 1989   pagina 4

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BOLOGNA Vorrei avere qualche anno di meno, avrei più forza per sopportare questo incredibile polverone intorno al processo. Sa, per noi non è come per tutti gli altri. Ogni volta che torniamo a Bologna si rinnova un dolore, è come rinvangare le nostre storie, i nostri drammi. Torquato Secci, il presidente dell' associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna, è arrivato ieri da Terni, dove abita. Oggi, con l' avvio del processo d' appello, per lui riprende una battaglia che in nove anni non ha mai smesso di combattere. Quella per sapere chi e perché ha ucciso suo figlio Sergio insieme ad altre 84 persone con una bomba collocata nella sala d' aspetto della stazione. Nel luglio scorso, dopo un processo durato un anno e mezzo, la Corte d' assise di Bologna condannò all' ergastolo per strage quattro estremisti di destra e a 10 anni di carcere, per aver cercato di inquinare le indagini, Licio Gelli, Francesco Pazienza e due alti ufficiali del Sismi, il servizio segreto militare. La ricostruzione dello scenario Da oggi tocca ai giudici d' appello stabilire se le prove raccolte contro Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Sergio Picciafuoco, Massimiliano Fachini e gli uomini della P2 sono sufficienti. E se la ricostruzione dello scenario nel quale maturò la strage di Bologna, un criminale intreccio di rapporti tra neofascisti e servizi segreti deviati, è convincente. Questo appuntamento con un segmento tanto importante per la storia del terrorismo italiano si apre però all' ombra delle polemiche seguite al pentimento dell' avvocato Roberto Montorzi, l' ex legale di parte civile delle vittime della strage, che da inflessibile accusatore di Licio Gelli e dei neofascisti, si è improvvisamente ravveduto dopo aver incontrato un paio di volte l' ex capo della loggia P2. Ai primi d' agosto Montorzi ha improvvisamente confessato di essersi reso conto di essere stato strumentalizzato dal Pci, che attraverso giudici, avvocati e giornalisti ha condizionato l' intera inchiesta sulla strage. Il legale ha fatto nomi e cognomi, ricordato circostanze, citato riunioni più o meno segrete, alimentando un clima di sospetto intorno al processo e coinvolgendo nelle sue rivelazioni nove giudici, tra i quali Mario Antonacci e Antonio Grassi, presidente effettivo e supplente della Corte di primo grado, oltre al pubblico ministero Libero Mancuso. Per la verità gli episodi raccontati da Montorzi, al di là di alcune esasperate amplificazioni, sono apparsi poca cosa rispetto al rischio di un condizionamento delle indagini sull' attentato del 2 agosto 1980. I giudici istruttori che hanno firmato la sentenza di rinvio a giudizio tra l' altro non sono neppure stati citati dall' avvocato. Sulla vicenda la magistratura fiorentina ha aperto un' inchiesta che per ora ha prodotto soltanto una comunicazione giudiziaria per interesse privato al giudice Antonio Grassi. Il magistrato è stato interrogato nei giorni scorsi. I difensori degli imputati nel processo per la strage, invece, hanno annunciato la richiesta di trasferire da Bologna il dibattimento per legittima suspicione e stamattina investiranno la Corte d' assise d' appello presieduta da Pellegrino Iannaccone con una vera e propria pioggia di istanze. Secondo Marcantonio Bezicheri, difensore dei neofascisti Massimiliano Fachini e Sergio Picciafuoco, i giudici del capoluogo emiliano non garantiscono la necessaria serenità e indipendenza di giudizio. Adriano Cerquetti invece, che difende Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, sostiene che è opportuna una sospensione del processo d' appello sino alla conclusione dell' inchiesta della procura fiorentina sui rapporti giudici-Pci. Contro lo spostamento del processo si sono espressi invece il sostituto procuratore generale Franco Quadrini, che rappresenterà la pubblica accusa, e gli avvocati di parte civile, che hanno diffuso un documento nel quale affermano che le deviazioni, i depistaggi e le intimidazioni, così come avevano pervaso tutta l' istruttoria e tutta la fase dibattimentale, hanno continuato a turbare il processo anche dopo la sentenza di primo grado. Contrari al trasferimento anche il sindaco di Bologna Renzo Imbeni e il vicepresidente della commissione stragi, il dc bolognese Pier Ferdinando Casini, che si è detto certo che la città sia perfettamente in grado di garantire serenità e imparzialità. Il grande assente di questo processo d' appello sarà ancora una volta Gelli, per il quale la Svizzera pochi giorni fa ha nuovamente respinto la richiesta di estendere l' estradizione al reato (calunnia con finalità di eversione) per il quale è stato condannato in primo grado. Ci saranno invece, ma non più dietro le sbarre, Pazienza (anche lui condannato a 10 anni) e Stefano Delle Chiaie, il leader di Avanguardia nazionale, assolto per insufficienza di prove dall' accusa di associazione eversiva. Dalla gabbia insomma seguiranno il processo soltanto Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, che, a differenza di quanto accaduto in primo grado, si dice abbiano deciso di rispondere alle domande della corte. Quella di oggi sarà la prima uscita in pubblico di Fioravanti dopo il mandato di cattura del giudice istruttore di Palermo Giovanni Falcone per l' omicidio di Piersanti Mattarella. Fioravanti è stato interrogato tre giorni fa e oggi avrà l' occasione per respingere nuovamente un' accusa che gli viene rivolta in primo luogo da suo fratello Cristiano. Infine, alla vigilia del processo c' è da registrare una nuova anticipazione del Sabato, che rivela indagini compiute da Montorzi, ufficialmente per conto dell' associazione familiari, ma contemporaneamente nella sua veste di supermilitante del Pci, nei confronti dell' ex capo dell' Ucigos e dei giurati popolari del processo romano al Supersismi. - di ALDO BALZANELLI



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