News: LA STRATEGIA DELLA TENSIONE E' FISIOLOGICA. LA BOMBA ANNUNCIATA
(Categoria: FORZA MAFIE)
Inviato da ferocibus70
lunedì 21 maggio 2012 - 19:06:11





Gennaro Carotenuto dice la strategia della Tensione in Italia è fisiologica. Come è fisiologica la mafia. Che fin dall'inizio avevo detto non poteva essere l'autore della strage. Al massimo poteva esserne la manovalanza. Ma questa bomba era annunciata aspettata, proprio perchè fisiologica.
Completamente d'accordo, l'avrei scritto io, ma GC lo dice meglio.



Dopo l'attentato di Genova (Adinolfi) sono arrivate le minacce, le rivendicazioni di improbabili gruppi anarchici. Non la mafia perchè le bombe in questo paese sono state sempre di entità oscure, servizi deviati, pezzi dello Stato. Da Portella a via dei Georgofili. Perchè a via dei Georgofili se mìfu la mafia materialmente a piazzare le bombe lo fece all'interno di una trattativa con lo Stato, in cui pezzi di questo con la mafia ci convivono. Frase esplicitata dal ministro berlusconiano Lunardi, che da ministro del primo governo Berlusconi disse che con la mafia si convive . Gli stessi annunci dei media contraddittori raccontano di una copertura strategica dell'informazione. Prima la mafia, poi non lo è. Stamattina c'era l'annuncio che praticamente l'autore era stato individuato in un ex ufficiale dell'aereonautica, poi l'assoluta smentita. Si alzano cortine fumogene. Questo resterà un 'altro dei misteri italiani irrisolti. Finchè Lucarelli non ci darà qualche traccia che alla fine confermerà che questa bomba è come tutte le altre, per impedire anche il minimo cambiamento di questo paese.

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La strategia della tensione, la mafia e la scuola pubblica
un commento di Gennaro Carotenuto, sabato 19 maggio 2012,


La strategia della tensione, come la criminalità organizzata, non è la patologia della politica italiana ma n’è la fisiologia. In Italia, quando la politica (intesa come contiguità e reciprocità di favori tra partiti, apparati dello stato, classi dirigenti, criminalità organizzata, eversione) non sa più come contenere il cambiamento necessario, utilizza altri mezzi, da Portella della Ginestra a Piazza Fontana ai Georgofili. Ed è una storia che si è ripetuta oggi a Brindisi sulla porta della scuola dedicata a Francesca Morvillo Falcone. Oggi sotto i nostri occhi si è palesato non un salto all’indietro ma un passaggio lineare, tradizionale, di una continuità nera nella quale si usa sistematicamente il terrorismo per stabilizzare. Una classe politica al minimo storico di legittimità –di fatto illegittima e commissariata con Mario Monti dalla Banca Centrale Europea- unito al fallimento del modello economico vigente, che sta impoverendo brutalmente quei ceti medi che avevano sempre garantito il consenso del sistema, non riesce più a garantire i propri referenti. Suona una campana a morto e sembra di rivedere Salvo Lima che corre per sfuggire ai sicari. Si organizza una marcia per la legalità e una classe dirigente parassitaria e intrinsecamente contraria alla legalità, si rifugia di nuovo nelle trame nere. Ancora ieri il partito dei Dell’Utri e dei Cosentino si opponeva con forza ad una banale ed insufficiente legge anticorruzione. Troppo, al culmine della peggior crisi economica della storia repubblicana. Solo se spaventato a morte il ceto medio potrà continuare ad abbassare la testa e garantire un consenso per sostenere il quale non basta più il Grande Fratello televisivo del ventennio berlusconiano. La mafia, la mafia da sola non può essere, perché la mafia, le mafie, da sole in Italia non sono state mai, dal delitto Notarbartolo a Capaci. Come per via D’Amelio spunta sempre un uomo nero defilato nella foto di famiglia, una mente raffinata in grado di calcolare i pro e i contro. La chiamano criminalità organizzata ma sarebbe la prima volta nella storia che dei criminali colpiscono la scuola pubblica, più di ogni altro il simbolo dell’integrazione, dell’inclusione, del progresso. Veniamo da lunghi anni nei quali la scuola pubblica è stata sistematicamente denigrata e asfissiata rendendole ogni giorno più difficile compiere la propria missione di democrazia. Adesso passano alle bombe. E in questa temperie culturale non sembra un caso la scelta dell’obbiettivo. Melissa Bassi, l’adolescente assassinata, era rappresentante degli studenti in una scuola premiata per la sua lotta per l’educazione alla legalità. Melissa si educava alla democrazia. Chi l’ha colpita ha voluto colpire la democrazia rappresentata dalla scuola pubblica. La stampa di regime è costernata dall’emersione della realtà sulla storia criminale della Lega Nord e si domanda chi rappresenterà adesso il Nord. E il Sud chi lo rappresenta? La scuola lo rappresenta il Sud! La forza degli insegnanti e degli alunni, la forza dello studio che crea coscienza civile, libertà, democrazia laddove (diceva Antonino Caponnetto) “la mafia ha più paura della scuola che dei giudici perché prospera sull’ignoranza della gente e sui bisogni della famiglie”. La nuova strategia della tensione ha scelto la scuola pubblica come simbolo per evitare il cambiamento necessario. Ai democratici resta tanto più il dovere di difendere la scuola pubblica, il cuore pulsante della democrazia. 

Gennaro Carotenuto su http://www.gennarocarotenuto.it






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