Convinto assertore di un dialogo con l'Iran come sbocco all'impasse in cui s'incancreniscono i rapporti fra i due Paesi, Kristof intende smascherare il “vergognoso fallimento” della, diplomazia statunitense |
Documenti riservati mostrano come Washington abbia rifiutato le offerte iraniane NEL fragore dei tamburi di guerra, preludio di un possibile raid sopra Teheran per azzerarne gli esperimenti nucleari, s'alza un coro dissonante. Lo dirige Nicholas Kristof, editorialista del New York Dines. Convinto assertore di un dialogo con l'Iran come sbocco all'impasse in cui s'incancreniscono i rapporti fra i due Paesi, Kristof intende smascherare il “vergognoso fallimento” della, diplomazia - statunitense. Per farlo, sciorina nel suo blog documenti segreti del Crarzd Ba.rgaàn, il Grande Accordo proposto dagli emissari iraniani fra il 2001 e il 2002 e "ucciso" prima che potesse decollare dai falchi dell'Amministrazione Bush. È un documento davvero sorprendente, dice Krístof, poiché vi sono contenute proposte per risolvere l'intera scaletta delle dispute: le preoccupazioni di Washington circa le armi nucleari, il terrorismo e l'Iraq. “Cerano reali speranze di pace - scrive il commentatore - ora c'è un vero pericolo di guerra" In rete si sfoglia il dossier virtuale della missed opportunity, l'occasione mancata, Compaiono le missive -spedite, faxate o consegnate- a funzionari del Dipartimento di Stato dai diplomatici di Teheran- con il dettaglio dì una proposta d'accordo. Si legge il memorandum "per una collaborazione Usa-Iran contro Saddam Hussein" compilato nell'ottobre 2002, con l'esordio promettente: “Saddam Husseìn, proprio come Al Qaeda e i Taliban in Afghanistan, è il nemico giurato sia dell'Iran sia degli Stati Uniti”. Eppure fra i due Paesi, lamentano gli estensori, manca una comunicazione adeguata a proseguire nella collaborazione già sperimentata in Afghanistan. Il testo s'avventura fino a suggerire una "normalizzazione dei rapporti" In particolare una bozza porge alla Casa Bianca la chiave per la soluzione di alcuni nodi gordiani: garantisce, piena trasparenza e altre misure per rassicurare gli Usa sull'uso civile del nucleare. S'impegna a porre fine al “sostegno materiale ai gruppi d'opposizione palestinesi”; a premere su Hamas affinché “si astenga da azioni violente contro i civilî israeliani”; a promuovere la transizione di Hezbollah verso “un' organizzazione politica all'interno del Libano” e infine ad appoggiare l'iniziativa di pace saudita con la formula dei due Stati per appianare il conflitto israelo-palestinese In cambio Teheran pretendeva altrettanto: “reciproco rispetto”, fine delle sanzioni, accesso alle tecnologie nucleari civili e, in più, l'eliminazione di Teheran dall’ asse del male. Proprio l'inclusione dell'Iran nella sulfurea lista dei Paesi avversari di Washington aveva spiazzato i riformisti di Teheran, piombata nel bel mezzo della "fruttuosa cooperazione" fra i due Paesi sull'Afghanistan. Andò a finire come tutti sanno. A un incontro fissato a Gìnevra per l'avvio dei colloqui. l'ambasciatore iraniano all'Oriu Lavad Zarif attese invano: gli americani non si presentarono. Peccato, tira le somme Kristof: “Al vomere della pace s'è preferita la spada”. ALIX VAN BUREN da Repubblica del 1/4/07 http://impolitical.blogspot.com/2007/04/missed-opportunity.html http://www.cnn.com/2003/US/04/18/nyt.kristof/ |