News: BUGIE SU VIA RASELLA
(Categoria: STORIA/CULTURA)
Inviato da ferocibus70
martedì 01 maggio 2007 - 15:22:27

Eppure la storia di questo eccidio è conosciuta sempre al contrario. Quasi tutti sanno che i nazisti subito dopo l'attentato partigiano di via Rasella mandarono in giro per Roma centinaia di comunicati, sui manifesti, sui giornali e alla radio. Ma visto che i partigiani non si presentavano, risposero al loro silenzio uccidendo 10 italiani per ogni tedesco morto. È una storia che sanno tutti anche se è una grande menzogna e questo per ammissione degli stessi tedeschi.


Nel programma di Mike Buongiorno abbiamo assistito all'ennesimo stravolgimento di un episodio storico: l'attentato di Via Rasella. Riporto sotto l'episodio nel racconto di due telespettatori che hanno scritto indignati ad Augias.

«In seguito a quale attentato fu compiuto il tristemente famoso eccidio delle Fosse Ardeatine?». La concorrente, correttamente: Via Rasella. Mike Bongiorno: «Risposta esatta, esso fu compiuto come rappresaglia all'attentato nel quale persero la vita 32 militari tedeschi, per ciascuno dei quali furono uccisi dieci prigionieri italiani, scelti principalmente fra ebrei. Non si compiono gesti dei genere sapendo di esporre innocenti a rappresaglie. E loro lo sapevano bene! I tedeschi lo avevano detto diverse volte eh? Va bene, andiamo avanti». Mi è venuto spontaneo andare col pensiero alla bambina che dormiva accanto a me a cosa giungerà a lei della testimonianza di quelle migliaia di ragazzi, coetanei di tanti smemorati ragazzi di ora, che hanno dato la vita per vedere l'alba della Costituzione e della Democrazia.
Anna Sansone  annasans@yahoo.it


L'altra sera, Mike Bongiorno, chiedeva più o meno: «La strage delle Fosse Ardeatine fu la rappresaglia di quale attentato?». Avuta la risposta ha criticato l'opportunità dell'azione partigiana. Se la regola criminale dell'uno a dieci avesse dovuto impedire qualunque azione non avrebbero avuto senso la Resistenza e l'intervento Alleato. Esagero volutamente ma se si continua un giorno i nostri nipoti potrebbero considerare Erich Priebke un uomo ingiustamente processato.
Stefano Baffetti

I giornali definiscono la cosa come "la gaffe di Bongiorno". Ma questa non è una delle tante gaffe del personaggio che Berlusconi voleva senatore a vita (come Caligola fece col suo cavallo) per quali oscuri meriti ce lo stiamo ancora chiedendo.
L'uscita non è un gaffe  è una vera porcata, perchè dimostra che l'uomo o è ignorante come una capra o è in malafede. In qualunque caso farebbe bene a tacere. Questa strage è un episodio oscuro, perchè documenti storici hanno comprovato che l'eccidio doveva rimanere segreto. Che I tedeschi comunicarono della strage a fatto avvenuto.Ora che senso avrebbe una rappresaglia se essa poi rimane segreta?I militari presentati come innocui italiani di Bolzano erano delle SS che si apprestavano ad operazioni contro i partigiani e la Resistenza. Ed i partigiani si muovevano su esplicito invito del comando atlantico che invita le popolazione a combattere con qualunque mezzo possibile i tedeschi, in modo da impegnarli su più fronti possibili.Allora di cosa parla, anzi straparla, Bongiorno?
La storia  ce la racconta Ascanio Celestini. Il suo racconto, che ho vsito in Tv è davvero coinvolgente, drammatico, accattivante.   
giuseppe galluccio 174/07 

RADIO CLANDESTINA -
Roma, le Fosse Ardeatine, la Memoria
scritto diretto e interpretato da
Ascanio Celestini
musica originale di Matteo D'Agostino

 Una donna si avvicina e chiede a qualcuno di leggerle i cartelli sui quali è scritto fittasi e vendesi. La donna è analfabeta. Qualcuno gli risponde che "al giorno d'oggi voi siete una rarità, ma durante la guerra c'era tanta gente che non sapeva leggere. E tanti andavano al cinema Iris di Porta Pia da mio nonno Giulio per farsi leggere i proclami dei tedeschi sui giornali ".
Il 25 marzo del '44 se ne fanno leggere uno che annuncia la morte di 320 persone: è l'eccidio delle Fosse Ardeatine. "Questa dell'Ardeatine è una storia che uno potrebbe raccontarla in un minuto o in una settimana". È una storia che comincia alla fine dell'ottocento, quando Roma diventa capitale e continua negli anni in cui si costruiscono le borgate, continua con la guerra in Africa e in Spagna, con le leggi razziste del '38, con la seconda guerra, fino al bombardamento di San Lorenzo, fino all'8 settembre. È la storia dell'occupazione che non finisce con la liberazione di Roma. È la storia degli uomini sepolti da tonnellate di terra in una cava sull'Ardeatina e delle donne che li vanno a cercare, delle mogli che lavorano negli anni '50 e dei figli e dei nipoti che quella storia ancora la raccontano.
A partire da :
"L'ordine è già stato eseguito Roma, le fosse Ardeatine, la memoria" di Alessandro Portelli

I
l 23 marzo 1944 i Gruppi d'Azione Patriottica attaccano una colonna tedesca di polizia in Via Rasella.
il 24 marzo per rappresaglia i nazisti uccideranno 335 persone in una cava sulla via Ardeatina.
il 25 marzo sui giornali di Roma compaiono le parole dei nazisti che annunciano tanto l'azione dei partigiani quanto l'eccidio che seguì.

Questa sembra una storia che inizia un giorno e termina due giorni dopo, che si consuma in poche ore. Ma in un libro pubblicato l'anno scorso, "L'ORDINE È GIÀ STATO ESEGUITO" di Alessandro Portelli, vincitore del Premio Viareggio, questa storia di poche ore viene inserita nella storia dei 9 mesi di occupazione nazista a Roma, e poi in quella dei 5 anni della guerra, dei 20 anni del fascismo: nella storia orale di Roma che diventa capitale e inizia velocemente a cambiare. "Il libro si fonda su circa 200 interviste a singole persone" a testimoniare che questa non è la storia di quei tre giorni, ma qualcosa di vivo e ancora riconoscibile nella memoria di una intera città.
Un mito raccontato al rovescio
L'eccidio delle Fosse Ardeatine è conosciuto da tutti, e in particolare per i romani ha segnato il momento più tragico dell'occupazione nazista. In questi mesi mi è spesso capitato di parlare del progetto al quale stavo lavorando e dopo un attimo vedere la cassiera del bar o il tecnico del teatro che mi si avvicinava dicendomi "io sono il figlio del ragazzino che giocava a pallone a via Rasella il giorno dell'azione partigiana" o "io mi chiamo Carla perché mio nonno si chiamava Carlo ed è morto alle Ardeatine" … All'inizio mi sembravano casualità, ma poi riflettendoci non è difficile capire che 335 morti alle Ardeatine hanno alle spalle centinaia di famiglie, migliaia di persone. Eppure la storia di questo eccidio è conosciuta sempre al contrario. Quasi tutti sanno che i nazisti subito dopo l'attentato partigiano di via Rasella mandarono in giro per Roma centinaia di comunicati, sui manifesti, sui giornali e alla radio. Ma visto che i partigiani non si presentavano, risposero al loro silenzio uccidendo 10 italiani per ogni tedesco morto. È una storia che sanno tutti anche se è una grande menzogna e questo per ammissione degli stessi tedeschi.
Nel processo del novembre '46 al giudice che chiedeva: ma voi avreste potuto dire "se la popolazione romana non consegnerà entro un dato termine il responsabile dell'attentato io fucilerò 10 romani per ogni tedesco ucciso?"
Kesserling rispondeva: ora in tempi più tranquilli dopo tre anni passati devo dire che la idea sarebbe stata molto buona.
- Giudice: ma non lo faceste
- Kesserling: no, non lo feci.
E poi i nazisti come avrebbero potuto cercare i responsabili della bomba in via Rasella se tra l'esplosione di quella bomba e l'eccidio delle fosse Ardeatine non passarono alcuni giorni, ma soltanto poche ore.
(1)
A Roma non esiste un'immagine chiara di ciò che fu il movimento partigiano. I partigiani ce li immaginiamo mentre camminano in montagna e cantano Bella Ciao, ma a Roma erano i tedeschi e i fascisti gli unici che avevano il permesso di muoversi in gruppo e cantare. I partigiani romani si muovevano soli o in gruppi di due e Carla Capponi (che partecipò anche all'azione di via Rasella) dirà che fu un'emozione quando sentì una persona che la chiamava per nome ad alta voce.
Il racconto della lotta partigiana e dell'occupazione nazista a Roma viene spesso raccontata in maniera confusa, ma soprattutto l'eccidio delle Ardeatine e l'azione di via Rasella che lo precedette sono ormai parte di un mito negativo, di una storia che viene raccontata al contrario. Io ho provato, partendo dai materiali pubblicati nel libro di Alessandro Portelli "L'ordine è già stato eseguito" a dare voce a quella parte orale della storia che ancora racconta quei giorni in maniera viva, diretta e non rovesciata.

(1)
Infatti l'attentato di via Rasella è del 23 marzo del 44. Il giorno successivo, 24 marzo apparvero i manifesti tedeschi con l'avviso della rappresaglia e dell'ordine già eseguito. Quando sarebbero state fatte le indagini, quando i partigiani sarebbero venuti a conoscenza dell'annunciata strage e quando avrebbero avuto il tempo di presentarsi, ammesso che avessero intenzione di farlo?



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