News: L'INUTILE SOFFERENZA
(Categoria: Canapa e Droga)
Inviato da ferocibus70
domenica 22 maggio 2016 - 14:11:23


 

Dolore oncologico, il diritto a non soffrire: "Ma ci sono ancora troppi pregiudizi sugli oppiacei"

oppio su papavero.jpgGli italiani con questo tipo di male cronico sono oltre 12 milioni, il 7% dei quali sono pazienti oncologici. La legge 38 del 2010 garantisce loro l'accesso alle cure palliative. Mentre i nuovi approcci spingono perché il trattamento inizi contestualmente alle terapie, nella pratica il ricorso agli analgesici è frenato dai preconcetti di medici e pazienti  di TINA SIMONIELLO  repubblica.it   



Oppiacei sono la morfina e i farmaci morfino-simili come l’ossicodone, l’idromorfone e il fentanyl.

IL DOLORE ONCOLOGICO rappresenta il 7 per cento di tutti i casi di dolore cronico. All'inizio ha una sintomatologia acuta, ma nel tempo con l'avanzare della malattia evolve in un male permanente e totale, una sofferenza del corpo che penetra nella mente e nei pensieri e rischia di favorire stati depressivi fino anche alla rinuncia delle cure.


La legge. Ma da sei anni i cittadini italiani con dolore cronico (più di 12 milioni di persone), ammalati di tumore come di artrosi, di neuropatie, di sla e così via, hanno il diritto di non soffrire; un diritto garantito dalla legge, la numero 38 del 2010: "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore". "Se è vero che il dolore oncologico rappresenta circa il 7 per cento dei casi di dolore cronico, è vero pure che il dato non dà la misura dell'intensità di questo tipo di sofferenza, che è tanto più elevata quanto più è avanzato lo stato della malattia, perché più il tumore è esteso più organi interessa", commenta Jacopo Tamanti palliativista di ANT, Assistenza nazionale tumori, la fondazione che dal 1985 a oggi ha assistito gratuitamente 113 mila malati oncologici a casa loro. "La legge 38/2010 è molto avanzata, un vero e proprio faro per l'Europa in materia di cure palliative e terapia del dolore - afferma Tamanti - . Ma nella pratica, sugli analgesici siamo ancora vittime di pregiudizi, sostanzialmente legati alla terapia con oppiacei (come la morfina e i farmaci morfino-simili: l'ossicodone, l'idromorfone e il fentanyl ndr)".

I pregiudizi dei medici. Il pregiudizio è prima di tutto dei medici. Che infatti ancora oggi li prescrivono poco. "Meno di quanto dovrebbero, e ormai potrebbero, visto che la nuova legge ha liberato dalla burocrazia la prescrizione degli oppiacei - prosegue l'esperto -. Prima del 2010 per ottenere la morfina o i morfino-simili erano necessari passaggi attraverso le Asl, diverse copie di ricette eccetera, mentre oggi è sufficiente una ricetta rossa. Associata a questi analgesici c'è anche l'idea secondo cui gli oppiacei sono destinati ai terminali e per tutti gli altri pazienti ci sono gli antinfiammatori non steroidei, o Fans, (al primo posto per impiego in Italia, con una spesa farmaceutica relativa al dolore di 240 milioni di euro, contro i 179 per gli oppiacei, ndr). Invece la stessa Organizzazione mondiale della sanità ha chiaramente indicato che quando il dolore è intenso vanno somministrati gli oppiacei, in qualunque fase della malattia il paziente si trovi. Perché il dolore oncologico in genere richiede trattamenti lunghi, e i Fans sono in realtà utilizzabili per un periodo limitato, dato che hanno effetti collaterali importanti: insufficienza renale, emorragia gastrica".

I preconcetti dei pazienti. Ma il pregiudizio nei confronti degli oppiacei non è solo dei medici. Lo spiega Luigi Cavanna, Direttore dell'UO di Oncologia dell'Asl di Piacenza: "Le cose stanno cambiando velocemente, però ci sono ancora pazienti che associano la morfina alla condizione terminale, e altri che addirittura evitano di raccontare al medico l'intensità del dolore che provano perché temono di distoglierlo dalla cura della malattia. Tutto ciò può provocare una tendenza a opporre resistenza nei confronti di terapie analgesiche appropriate, ma si risolve con una buona comunicazione tra paziente e medico, che è parte essenziale quindi di quelle che definiamo 'buone pratiché in oncologia. Una branca della medicina, ricordiamolo, nella quale la prevalenza del dolore è elevata".

Secondo una metanalisi del 2011, che ha analizzato centinaia di studi pubblicati, la prevalenza del dolore in oncologia è pari al 55%. Più in dettaglio: è del 33 % nei pazienti con prognosi di guarigione, del 59% in coloro che sono in chemioterapia e che possono guarire. Infine, del 74% in chi si trova in uno stato avanzato metastatico. "In base a questi dati, e visto che ogni anno abbiamo in Italia 1000 nuovi casi di tumore, possiamo comprendere la misura del fenomeno", riflette Cavanna.


I nuovi approcci precoci. "Fino a poco tempo fa al centro di tutto c'era la malattia - riprende l'oncologo - . Il medico era molto concentrato, e giustamente, sulla battaglia contro il tumore, anche se la persona ammalata poteva pagare prezzi alti in termini di sofferenza e di qualità della vita. Ora, le maggiori società scientifiche nazionali e internazionali, come Aiom, (Associazione italiana di oncologia medica) e Esmo (European society for medical oncology), stanno lavorando per promuovere nuovi approcci". La tendenza è sempre più quella di curare il dolore a partire da subito, contemporaneamente all'inizio della terapia antitumorale, e anche negli ammalati destinati a guarire. E non soltanto il dolore, ma tutti i sintomi, della malattia e della terapia: depressione, dispnea, parestesia, diarrea o stitichezza, difficoltà di nutrizione. Conclude Cavanna : "Gli americani la chiamano early palliative care. È una presa in carico totale e precoce della persona con tumore. Ed è efficace sulla durata oltre che sulla qualità della vita: uno studio del 2010, pubblicato sul New England Journal of Medicine, condotto su oltre 150 pazienti con tumore polmonare metastatico, ha dimostrato che i pazienti sottoposti a terapia precoce del dolore potevano contare su una migliore sopravvivenza rispetto agli altri che invece non lo erano".







Questa news proviene da altrestorie
( http://www.altrestorie.org/news.php?extend.3936 )


Render time:0.0428sec0.0165di queries.queries DB17. Memoria in uso:754,680b