News: ANALISI DI MERCATO SUI PROFITTI DELLA CANAPA LIGHT
(Categoria: Canapa e Droga)
Inviato da ferocibus70
martedì 25 luglio 2017 - 19:41:57


 

canapa serre firenze.jpgLa California sta risanando il bilancio con la cannabis legale. Colorado ed altri stati americani stanno incassando fior di quattrini. Noi lasciamo ingrassare le mafie per non legalizzarla. E sotto parliamo di quella che sarebbe comunque legale, ma non si fa una legge chiara. Paese di idioti e parculi. Eh si perchè quelli che dicono no, sono almeno la maggior parte in malafede. Cioè lucrano sull'illegalità. In un modo o nell'altro. Non c'è più nessuna ragione per dire no alla legalizzazione. (admin)


L'analisi di mercato sulla cannabis light: "Giro d'affari da 44 milioni l'anno e 1000 posti di lavoro" Lo studio commissionato a un ricercatore della Sorbona da parte della prima produttrice italiana di "marijuana legale". All'erario almeno 6 milioni di euro. Ma manca ancora un quadro normativo chiaro
di GIACOMO TALIGNANI da repubblica.it.
 



 

Quanto vale il giro d'affari della "cannabis light" in Italia? È la domanda che si è posta EasyJoint, primo produttore della cosiddetta "marijuana legale", che in poco più di 45 giorni ha già fatturato quasi mezzo milione di euro. Secondo un report di mercato appena consegnato e redatto da un ricercatore italiano della Sorbona che si occupa di cannabis "le attività commerciali potrebbero portare a un fatturato annuo minimo di circa 44 milioni di euro creando l’equivalente di almeno 960 posti di lavoro fissi".

Per capire meglio di cosa si tratta bisogna fare un passo indietro a metà maggio, prima dell'esplosione di questo prodotto. In quei giorni a Bologna, durante la fiera nazionale della canapa, l'appena nata azienda EasyJoint ha presentato una varietà italiana di erba, l'Eletta Campana, con il THC (tetraidrocannabinolo, principio psicoattivo della marijuana) inferiore allo 0,6 per cento, il limite di legge consentito, e dunque vendibile.

Ha effetti sedativi che, dicono i produttori, sono ricercati perché alleviano ansia, insonnia, dolori mestruali e altro. Da quando è stata messa sul mercato (oggi conta centinaia di rivenditori nei growshop di tutta Italia) "avevamo un ordine ogni 30 secondi" ha raccontato a Repubblica Luca Marola, fra i fondatori della azienda che, come sottolinea lui stesso, "più che un obbiettivo commerciale, ha una missione sociale: mostriamo come potrebbe essere la legalizzazione. E' vero, abbiamo avuto un fatturato molto alto in questi primi giorni, ma con l'investimento fatto per ora i guadagni si fanno attendere".

Sta di fatto che nuove e varie realtà si stanno già affacciando sul mercato (c'è per esempio Mary Moonlight) e gli stessi produttori di EasyJoint spingono per norme e regole precise sulle infiorescenze italiane (per ora è un far west legislativo), necessarie per regolamentare il mercato.

Per poter affrontare il discorso anche dal punto di vista politico - è stato chiesto un incontro al Ministero dell'Agricoltura e ci sono già stati contatti con parlamentari ed esponenti di Federcanapa - è stato chiesto ad un esperto di settore di provare a tracciare i possibili sviluppi di mercato della cannabis light.

La stesura del report è stata affidata a Davide Fortin della Sorbona di Parigi, ricercatore del Marijuana Policy Group di Denver, lo stesso che si è occupato della consulenza sulla legalizzazione in altre aree del mondo, come il Canada.

Dopo aver esaminato i dati di Easyjoint di questi primi mesi Fortin prevede che "con un quadro legislativo ad hoc le attività commerciali di cannabis light in Italia potrebbero generare un fatturato annuo minimo di circa 44 milioni creando l’equivalente di almeno 960 posti di lavoro fissi. Inoltre, poiché la filiera produttiva è quasi totalmente confinata in Italia, le previsioni circa le oltre 20 tonnellate acquistate porterebbero all’erario una tassazione minima annua attorno ai 6 milioni di euro" sono le conclusioni del report.

Nella sua "Ricerca di mercato sulle infiorescenze di canapa a basso contenuto di Thc in Italia" Fortin scrive che per i coltivatori si ipotizzano "ricavi medi che potrebbero arrivare a 50mila euro per ettaro" così come "opportunità di sopravvivenza per i grownshop" e nuovi posti di lavoro nella filiera.

L'importante, evidenzia sempre il ricercatore, è la necessità di "normative che regolamentino il mercato" indicando gli importanti temi della tracciabilità, l'etichettatura e altre variabili da normalizzare.

Ad oggi la "cannabis tecnica italiana" viene venduta in vasetti da 8-10 grammi a un prezzo di 17 euro. Secondo Luca Marola "il nostro
 
prodotto, che nulla a che fare con la marijuana per come la si intende, ha un valore sociale. Anche i dati economici che ci sono stati presentati servono soprattutto da indicatori per cosa potrebbe portare la legalizzazione, il cui iter riprende finalmente in questi giorni".








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