News: I BROGLI DEL POLO
(Categoria: BROGLI ELETTORALI)
Inviato da ferocibus70
lunedì 13 novembre 2006 - 18:37:14

"Possono esserci state delle irregolarità nei seggi", ha spiegato l'ex Ministro facendo degli esempi: "il presidente del seggio quando trova una scheda bianca, vi appone un timbro e quella scheda viene messa in un pacco particolare che può essere controllato. Può accadere che per una qualsiasi ragione ma preferisco dire per errore un certo numero di schede bianche finiscano nella busta che reca i voti del partito X. Al momento in cui si fa la conta senza più leggere le schede quelle schede bianche vengono lette come appartenenti al partito X".Il Corriere della sera ha pubblicato stamattina un articolo in cui da notizia del film-inchiesta di Diario (in uscita il 24 novembre), sull'ipotesi do brogli elettorali. L'articolo, sotto, in pratica ripercorre i dubbi, le perplessità ed i numeri della mia inchiesta fatta tra giugno e agosto di quest'anno. In quel periodo ho mandato in giro la mia inchiesta sperando che qualcuno......


Il Corriere della Sera ha pubblicato stamattina un articolo in cui da notizia del film-inchiesta di Diario (in uscita il 24 novembre), sull'ipotesi do brogli elettorali.
L'articolo, sotto, in pratica ripercorre i dubbi, le perplessità ed i numeri della mia inchiesta fatta tra giugno e agosto di quest'anno. In quel periodo ho mandato in giro la mia inchiesta sperando che qualcuno riprendesse l'argomento. Tra gli altri la mandai a Diario dicendo che la poteva usare se la riteneva valida. non so se l'abbia fatto, nel caso non ne ho avuto notizia. se l'hanno usata, mi farebbe piacere essere citato, visto che ho dovuto fare un lavoraccio per cercare i dati, controllarli, confrontarli ed assemblarli in tabelle che fossero di facile comprensione.
Ritengo comunque importante che si sia ripreso l'argomento dato che se le ipotesi sono vere si è trattato di un vero attentato alla democrazia. In pratica hanno cercato di spogliarci di quel poco di scelta che ancora ci rimane. E se non si fugano certi dubbi con che animo si andrà alle prossime elezioni? E quanto dura una democrazia in queste condizioni?
Detto ciò vengo al merito dell'inchiesta riassumendo per grandi linee. Parlo della mia, ma è sovrapponibile a quella di Diario. Fu da un articolo precedente alle elezioni, uscito sullo stesso Diario che nacquero le prime perplessità. Sulle strane scelte in merito al voto/scrutino elettronico e l'assegnazione della gestione dello stesso ad aziende con strani legami. < Perplessità che vennero confermate dall'andamento dello spoglio la notte stessa delle elezioni. Ricorderete tutti che i primi exit_poll davano l'Unione in vantaggio di 8-10 punti sul Polo. Confermando sostanzialmente le previsioni dei sondaggi prelettorali. Probabilmente , più verosimilmente, il vantaggio si sarebbe attestato in torno ai 5/6 punti percentuali. Invece assistemmo ad una rimonta inesorabile del polo che ora dopo ora rimontò tutto lo svantaggio fino ad annullarlo. L'andamento del grafico mostra una linea retta che evidenzia meglio l'anomali. Io non sono un matematico, ma non ho ancora trovato uno straccio di spiegazione plausibile a quell'andamento. Come se fossero state scrutinate prima le zone rosse e poi quelle nere. Ma dai miei ricordi, e da testimonianza trovate in rete, la provenienza dei dati, quanto a distribuzione territoriale procedette in maniera omogenea. Ovviamente ci si chiede come sia stato possibile che tutti i sondaggi, compresi quelli di banche, università e bookmakers, abbiano toppato di brutto. Errori ripetuti poi dagli exit_poll. La notte stessa dello spoglio andò in onda un 'intervista a Crespi, che sollevò dei dubbi allarmanti. Quell'intervista, nonostante provenisse da una fonte autorevole è stata quasi ignorata.
< Quella notte avvenne anche altro. Il ministro Pisanu, colui che era deputato a controllare la legittimità delle operazioni, fa la spola con la centrale di comando berlusconiana, chiudendosi in riunioni riservate con una delle parti del gioco che lui avrebbe dovuto controllare. Eh no non si fa. Pisanu si riunisce con Berlusconi, Bondi e Cicchitto. Notevole coincidenza: dei quattro due risultavano iscritti alla P2 (Berlusconi e Cicchitto); uno, Pisanu; fu costretto a dimettersi da un precedente governo DC per collusione con essa.
Succede anche un 'altra cosa rilevante quella notte. Un uomo solitamente prudente come Fassino dà l'annuncio della vittoria elettorale a dati non ancora definitivi. Lo fa con una faccia che racconta qualcosa non va.
Fin qui siamo alle ipotesi, alle congetture. Ma, come fa notare Diario, poi ci sono i numeri e con quelli è un po' più difficile barare. I numeri di Diario ed i miei differiscono di qualche centinaio di voti (parliamo di milioni di schede), evidentemente abbiamo usato due fonti diverse. Io ho fatto capo all'archivio del Ministero dell'Interno. Nella sostanza la conclusione è la stessa: da un 1 e 700 mila schede bianche del 2001, dato della Camera, si è passati alle 450 mila del 2006 senza che ci sia uno straccio di spiegazione convincente. Guarda le tabelle. Si badi che le schede bianche hanno avuto negli anni un andamento sostanzialmente costante. All'inizio tentarono di spiegarlo con la presunta drammatizzazione del confronto elettorale evidenziato dall'altissima affluenza. Falso, in numeri assoluti, scorporando i votanti esteri, gli elettori sono stati di meno, come si può vedere QUI. Poi si cercò di spiegarlo con la semplificazione del meccanismo elettorale, per "l'assenza delle preferenze". Falso anche questo, le preferenze mancano dal l'inizio del sistema bipolare votandosi in collegi uninominali. Nel caso poi poteva spiegare la diminuzione delle nulle, posto che queste siano frutto di errori imputabili alla difficoltà del sistema di voto e non l'espressione di una precisa volontà o non volontà. Inoltre se si guarda alle amministrative, dove ci sono le preferenze, si vede che le bianche sono molte di meno che nelle politiche, per cui a limite si dovrebbe concludere che dove c'è la preferenze le bianche diminuiscono ed aumentano dove non c'è. Ma confrontare pere e mele non è un 'operazione corretta. Veniamo poi alla serie di coincidenze davvero difficili da accettare. Abbiamo detto che i sondaggi elettorali sbagliarono. Vero fino ad un certo punto, nel senso che avevano imbroccato praticamente i dati di tutti i partiti sbagliando solo quello di FI e di conseguenza il totale. Inoltre il numero di schede bianche che risultano mancanti, cioè il 2,5-3 %, è esattamente quanto FI si trova in più rispetto ai sondaggi. Altra coincidenza, anche se di non immediata comprensione è l'arresto di Provenzano. Il boss latitante da quarant'anni viene arrestato la notte di elezioni drammatiche in cui forse si è rischiato il golpe. Uno si chiede che c'azzecca. La nebbia si dirada se l'ipotesi mia e di Diario è vera, cioè che quella notte c'è stata una trattativa, i cui ipotetici contenuti, riportati dal libro Il Broglio risultano verosimili. Ma poi è possibile credere alla coincidenza che un boss latitante da quarant'anni viene arrestato, dopo una lunga serie di appostamenti, proprio quella notte? Quante coincidenze dobbiamo ingoiare?
Le obiezioni principali ai dubbi sollevati da molti è che i brogli si fanno per vincere e Berlusconi ha comunque perso. Ci sono però due osservazioni da fare.
In primo luogo se è vera la ricostruzione di Diario, che riprende quella del Broglio, Berlusconi è stato stoppato.
Due, Berlusconi ha comunque vinto, di sicuro non ha perso. Se la sconfitta fosse stata nelle proporzioni che ipotizzavano sondaggi ed exit-poll, Berlusconi sarebbe uscito di scena, perdendo la possibilità di controllare la scena e salvaguardare la "roba sua", col rischio magistratura incombente. Inoltre l'Unione avrebbe avuto non la maggioranza risicata che ha al Senato, ma una ben più ampia che forse gli avrebbe consentito di riformare seriamente il paese. Cosa che certi ambienti temono più della peste. Aspettiamo con ansia l'uscita del film-inchiesta di Diario.

giuseppe galluccio 13/11/06

Deaglio e Cremagnani: anomalie sulle schede bianche dal Corrie della Sera del 13/11/06

MILANO — Uccidete la democrazia!, il nuovo film di Beppe Cremagnani ed Enrico Deaglio con la regia di Ruben H. Oliva, non è questione di sindrome da complotto ma di numeri, numeri e ore. Gli autori lo dicono subito, prima che scorrano in anteprima le immagini e Gola Profonda inizi il suo racconto. La notte di lunedì 10 aprile 2006 è ormai sfumata nel martedì e l'Italia è in sospeso, il flusso dei dati elettorali s'è bloccato, «non si riesce a capire che sta succedendo» dice Romano Prodi, l'esito delle elezioni è più che mai in bilico e intanto a Palazzo Grazioli, quartier generale di Berlusconi, è arrivato Beppe Pisanu. Mai successo che un ministro dell'Interno lasciasse il suo posto in un momento così. C'era già stato verso le 19,20. Per convocarlo, alle 23,14 gli telefonano al Viminale, «l'hanno costretto, letteralmente costretto ad andare». Berlusconi è furibondo, «gli grida in faccia, dice che lui non è disposto a perdere per una manciata di voti». Pisanu torna al Viminale e là ci sono quelli dell'Unione. Marco Minniti, Ds, è piombato in sala stampa agitatissimo, ha cercato i funzionari, ha fatto una telefonata. Poi si è rasserenato. Testimonianze. Immagini dei tg. E Gola Profonda che racconta: più tardi, a Palazzo Grazioli, ci sono quattro uomini chiusi in una stanza. Berlusconi, Bondi, Cicchitto e, ancora, Pisanu. Il Cavaliere non ci sta. E il clima si fa pesante, per il ministro. Volano insulti, «vigliacco», «traditore». Sono le 2.44 quando Piero Fassino annuncia alle telecamere: abbiamo vinto. A quanto pare dal film, il grande imbroglio informatico è sfumato in extremis, il programma che nel sistema di trasmissione dati del Viminale trasformava le schede bianche in voti per Forza Italia è stato fermato a ventiquattromila voti dal traguardo, l'esiguo vantaggio dell'Unione. E a questo punto le immagini rallentano, scrutano il volto segnato del segretario Ds, le occhiaie scure, lo sguardo cupo, mai vista una proclamazione così. In via del Plebiscito Berlusconi fa chiamare l'onorevole Ghedini, vuole preparare un decreto che dice farà approvare dal Consiglio dei ministri per sospendere il risultato elettorale fino a un nuovo conteggio e assicura che lo farà firmare a Ciampi.
Ma dal Colle fanno sapere che il Presidente «non vuole neanche sentirla», una richiesta simile. Abbiamo evitato un golpe? «Non s'innamori dei paroloni: guardi i numeri», sorride Gola Profonda, alias uno strepitoso Elio De Capitani, l'ex «Caimano» di Moretti che nel film incarna tutte le fonti riservate dell'inchiesta. Il personaggio che racconta quella notte delle Politiche 2006 è fittizio, «ma i numeri sono veri», spiega Deaglio, «aspettiamo che intervengano i magistrati, che il ministro chiarisca, che il presidente Napolitano ci rassicuri ». Gli autori sono partiti da un libro, Il broglio, firmato da un anonimo «Agente Italiano» e uscito a maggio. Il dvd contiene i dati provincia per provincia. Numeri che il Viminale pubblica di solito «dopo 40 giorni» e fino ad oggi sono rimasti riservati. Perché? «Perché sono impresentabili, ecco perché». Al centro del «docu-thriller», il mistero delle schede bianche. Dalle Politiche 2001 a quelle 2006, per la prima volta nella storia della Repubblica, sono crollate: da 1.692.048 ad appena 445.497, 1.246.551 in meno. Maggiore partecipazione? Ma gli elettori, al netto dei votanti all'estero, sono stati di meno: 39.424.967 contro i 40.190.274 di cinque anni fa. E soprattutto ci sono le «anomalie» statistiche. L'Italia è varia, la percentuale di «bianche» nel 2001 cambiava ad ogni regione, 2,6 in Toscana, 9,9 in Calabria, 5,5 in Sardegna... L'animazione del film fa ruotare lo Stivale come in una centrifuga, nel 2006 i dati sono omologati, «tutto dall'1 al 2%, isole comprese!». Tutto più o meno uguale, e non un posto dove le bianche non siano calate. In Campania, per dire, si è passati da 294.291 bianche a 50.145, meno duecentocinquantamila, dall'8 all'1,4%. E poi c'è la successone degli eventi. Alle 15 il primo exit-poll dà all'Unione cinque punti di scarto, come tutti i sondaggi. Ma alle 15,45 Denis Verdini, responsabile dell'ufficio elettorale di Forza Italia, dice che «alla Camera è testa a testa, lo si vedrà dopo diverse proiezioni».
E infatti: un'animazione mostra la «forbice» tra gli schieramenti che diminuisce «regolare come un diesel», ogni ora la Cdl guadagna mezzo punto e l'Unione lo perde. I primi dati del Viminale arrivano alle 20,19 e proseguono col contagocce. Alle 21,38 l'Ulivo invita a «presidiare i seggi», quando si bloccano i dati manda il segretario provinciale a Caserta. Inizia la lunga notte. Resta da scoprire l'arma del delitto. E Deaglio, nel film, vola in Florida a intervistare Clinton Curtis, programmatore informatico che nel 2001, inconsapevole, preparò un software per truccare le elezioni e poi ha denunciato tutto e ne ha fatto una battaglia. «Qualsiasi broglio le venga in mente, con la matematica si può fare». E al direttore di Diario, in mezz'ora, prepara un programma che distribuisce in automatico le bianche a uno schieramento lasciandone una percentuale tra l'1 il 2, «si può inserire nel computer centrale o a metà della rete, bastano quattro o cinque persone». Deaglio dice che le bianche mancanti e i voti in più di Forza Italia corrispondono: «Sono gli unici risultati sbagliati dagli exit-poll». Problema: se è vero, perché Berlusconi ha perso? La tesi del film è nella domanda che Deaglio fa a Curtis: è possibile interrompere il processo? «In ogni momento». Si torna alla notte di Palazzo Grazioli. Le pressioni su Pisanu. Il «colpo di teatro», l'arresto di Provenzano l'indomani. E l'«antropologia» dei democristiani, il loro fiuto infallibile. Gola Profonda conclude: «Quella sera il ministro ha fiutato. Ha capito subito che Berlusconi era un gatto che si agitava, ma era un gatto morto. E ha agito di conseguenza».
Gian Guido Vecchi 13 novembre 2006



Questa news proviene da altrestorie
( http://www.altrestorie.org/news.php?extend.64 )


Render time:0.0287sec0.0060di queries.queries DB17. Memoria in uso:810,576b