News: L'EUROPA BOCCIA GLI INCENERITORI ORMAI OBSOLETI
(Categoria: MUNNEZZA & CAMORRA)
Inviato da ferocibus70
mercoledì 08 dicembre 2010 - 18:40:16



L'articolo sotto dimostra che quanto sostengono quelli che dicono non  agli inceneritori non è utopia. E' quello che praticano i paesi avanzati che dopo aver puntato sugli inceneritori si sono resi conti che si poteva fare meglio senza.
La strada è obbligata, pena il disastro ambientale totale sta solo nella riduzione dei consumi e nella differenziata spinta. In modo da trasformare il problema munnezza in un 'opportunità economica. Infatti la differenziata spinta ed il riciclaggio totale prevedono una filiera industriale che genererà ricchezza e creerà posti di lavoro, però in un ciclo virtuoso.
Ovviamente per farlo bisogna uscire dalla logica del profitto dei pochi per badare all'interesse collettivo. Quello che la nostra politica non è capace di fare. Tocca a noi cittadini, obbligarli, con ogni mezzo, ad uscire dalla logica discariche inceneritori. Perchè ormai è chiaro che i politici di casa(cosa) nostra sono incapaci ed in malafede.

La vicenda Campania è emblematica. Non si discute per trovare soluzioni, ma i politici litigano per chi dovrà gestire i mega-appalti per gli inceneritori che l'Europa invece boccia. Spero che gli italiani, popolo assolutamente anomalo che sembra accettare di tutto, almeno stavolta che è in gioco il futuro e la salute dei figli trovino, come le mamme vesuviane, la forza  di reagire e combattere per il proprio futuro. gg

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A Graz la raccolta che è solo domiciliare ha mandato in pensione i termovalorizzatori.
A Londra si sversa il vetro a seconda dei colori: chiaro marrone e verde 

stella cervasio
La Repubblica (Napoli) del 8/12/2010


"Sono in Germania con la commissione. Qui i termovalorizzatori sono quasi superati e noi stiamo ancora a discutere di discariche".
A parlare è Gaetano Pecorella, qualche giorno fa in missione in Germania, alla guida della commissione parlamentare sulle ecomafie.
Il Pdl Pecorella si è guardato attorno e si è accorto che il sistema italiano è vetusto. E si è messo in contraddizione con il premier, che invece non ha fatto che invocare termovalorizzatori per riparare al disastro di Napoli. Forse ha capito anche lui che l´obiettivo dell´Europa è non tanto le percentuali di raccolta differenziata, ma ancora più oltre: l´azione di riduzione a monte e di riciclo effettivo tramite raccolte differenziate di qualità. A Berlino quelli che da noi vengono fatti passare per i salvatori della patria contro il grande blob della monnezza, sono roba da dismissione.
Il fatto è che dove si riesce a fare una differenziata spinta, il volume dei rifiuti si riduce e l´inceneritore incrocia le braccia. Ecco perché, per tenere in vita i macchinari nati per bruciare il rifiuto tal quale, all´estero accettano di buon grado la spazzatura napoletana che nessuno vuole. Entro il 2020 l´obiettivo tedesco è discarica zero.

Napoli nell´occhio del ciclone, il resto d´Europa, senza incentivi a incenerire come da noi il Cip6 contro cui si levano gli strali dell´ortodossia pro-compostaggio-differenziata, è invece diviso in due. «Ci sono paesi che bruciano di più, come la Danimarca e la Svizzera - spiega Attilio Tornavacca, responsabile di Esper, l´ente di studio per la pianificazione ecosostenibile delle risorse, che ha lavorato a Napoli con successo - e questo succede soprattutto per ridurre al minimo il fabbisogno di discariche. Non le vogliono e rifiutano tutti i problemi connessi con la creazione di depositi di rifiuti. Ci sono poi invece paesi che usano meno gli inceneritori, come la Spagna o l´Inghilterra». Il metodo di raccolta rifiuti non è unico, non c´è una sola regia. Contenitori di colori diversi, raccolta di certi materiali e di altri no, tasse sullo sversamento.

Ogni giorno nel mondo si producono 10 milioni di tonnellate di rifiuti. Cinquecento chili ogni europeo, 730 chi vive negli Stati Uniti. In Turchia, Messico e Polonia tutto finisce in discarica. Di contro, in Olanda e Svizzera ci finisce solo l´1 per cento dei rifiuti.
L´Irlanda sarà nei guai economici, ma a rifiuti va a gonfie vele. A Dublino chi inquina paga: non esistono impianti per l´incenerimento, chi produce più spazzatura contribuisce con una tassa più alta. Il Comune distribuisce un bidone nero per il secco non riciclabile, verde per lattine, tetrapak, carta, vetro, alluminio, plastica e acciaio. Quest´ultimo viene svuotato gratis. Per il nero si pagano 91 euro all´anno e 8 euro ogni volta che viene messo per strada. Ma il pagamento fa da deterrente, e si è arrivati a svuotarlo una volta ogni tre settimane. Da poco c´è anche il contenitore marrone, per scarti di cucina, verde e umido. Chi ha il giardino coltiva rigogliosissime rose con il compost fatto in casa. Ma c´è chi, per non pagare, brucia o butta in discariche abusive. L´obiettivo della differenziata è il 59 per cento entro il 2013.
Virtuosa anche la Vallonia, in Belgio, dove si fa la raccolta differenziata spinta e l´incentivo a ridurre i rifiuti è affidato anche a un giornale gratuito semestrale: "Meno rifiuti! Ce la faremo!" che aggiorna sulle iniziative della regione.
Da quando è stata abolita la pubblicità nelle cassette della posta, si buttano 40 chili in meno di carta all´anno. In Francia invece quasi tutta la grande distribuzione fa a meno dei sacchetti di plastica: considerato che ogni italiano butta 8 chili di buste all´anno, farebbe tanto bene anche a noi.
A Londra nella raccolta stradale il vetro viene diviso per qualità: vetro chiaro, marrone, verde, a Berlino si raccoglie diviso solo il trasparente dal color ambra. In Austria Graz è l´esempio virtuoso: la raccolta è solo domiciliare e ha provocato una tale riduzione di rifiuti che il celebre inceneritore di Vienna è rimasto il solo "monumento" nazionale, non c´è stato bisogno di costruirne altri.






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