La privacy, cioè il nostro spazio privato che è solo nostro, condividendolo solo a nostra discrezione è uno spazio sacro. Inviolabile come stabilisce anche la Costituzione. Regola base per ogni democrazia decente. Quindi la discussione se l'App di tracciamento dell'epidemia viola i confini della privacy è più che legittima. Almeno lo sarebbe. Se non fosse che ormai siamo tutti tracciati. Una volta che hai uno smartphone, o un pc, sei entrato in rete sei tracciato. Quelli che i siti web chiamano cookie, sono delle cimici che ti si attaccano al culo. Che capiscono le tue preferenze e tracciano un profilo di te. Per la pubblicità nel migliore dei casi. E cosa sappiamo della tecnologia sviluppata per usare webcam e microfoni da remoto, a dispositivo spento? Ci sono programmi virali che lo fanno di certo. E la tecnologia cinese 5G è possibile venga usata dai cinesi per "sorvegliare" l'Occidente? Quindi le grida allo scandalo che si sentono o sono ingenue o strumentali. Le persone cominciano a pensare che questa App li possa sorvegliare e protestano. Nel frattempo pubblicano la loro vita privata sui social.Quindi la discussione sulla App di tracciamento del virus bisogna discutere solo se è utile o meno, per il resto siamo già tracciati. Certo cerchiamo di assicurarci un controllo sui dati, ma non è certo quello il modo. Il modo giusto principale è quello di stare lontano dai social. Ed usare un minimo di prudenza usando il web. Ma usare la rete, connettersi e privacy sono due concetti antitetici. |